L’organizzazione spaziale della città

ORGANIZZAZIONE SPAZIALE DI LOSCH[1]

Teorie e metodi per l'analisi dei sistemi territoriali e urbani

Appunti delle lezioni del corso di Analisi dei sistemi urbani e territoriali C.

Prof. Ferdinando Semboloni

La teoria dei luoghi centrali fa riferimento ad una economia composta principalmente dei settori agricolo e del settore commerciale o al più artigianale che produce cioè dei beni utili sia per la produzione agricola che per il consumo delle famiglie che lavorano in agricoltura ed evidentemente, come vedremo poi con la teoria del moltiplicatore, nel settore del commercio e dell'artigianato.

Con la rivoluzione industriale, ma anche prima con l'artigianato, si è sviluppata la specializzazione della produzione. In altri termini risulta utile concentrarsi nella produzione di uno specifico bene dal momento che si riesce a produrlo meglio e a minor costo a causa delle economie legate alla scala della produzione, alle conoscenze e ai mercati acquisiti e così via. Per questi motivi le attività urbane svolgono un servizio all'hinterland ma nello stesso tempo, allo scopo di aumentare la propria ricchezza, si specializzano in alcuni settori produttivi ed esportano il loro prodotto all'esterno della propria area di mercato calcolata secondo la teoria dei luoghi centrali.

Questa associazione tra città e luogo in cui si produce ricchezza data, almeno in Europa, da circa due secoli. Precedentemente il luogo in cui si produceva ricchezza era la campagna e difatti le prime teorie economiche vedevano nella terra e quindi nella agricoltura la fonte della ricchezza di una nazione. Probabilmente la teoria dei luoghi centrali rappresenta bene questa situazione, mentre non considera la specializzazione dei luoghi di produzione.

Una teoria più completa in questo senso è stata sviluppata da Auguste Losch.[2] Nel modello di Losch si parte da una formulazione rigorosa dell'area di mercato e della quantità minima che il produttore è disposto a produrre.

Praticamente i concetti sono gli stessi di Christaller. Difatti corrispondono alla distanza massima e alla quantità minima che il venditore è disposto a vendere. Per calcolare questa distanza, si parte dal costo pagato dal consumatore. Questo costo sarà dato dal costo del prodotto più il costo di trasporto. La curva di domanda del consumatore è fatta in modo tale che ad un prezzo alto viene consumata poca quantità del bene e viceversa. Quindi, nelle vicinanze del punto di produzione del bene il costo totale di acquisto del bene sarà inferiore e quindi la quantità consumata sarà maggiore. Inversamente, ad una certa distanza dal luogo di produzione il costo totale di acquisto del bene sarà maggiore e quindi la quantità consumata sarà inferiore. Da queste considerazioni e dall'analisi grafica (vedi figura 6.9). deriva il "cono" di domanda. Questo cono è rappresentato nella figura 6.10.

\begin{figure}\begin{center}\resizebox {10cm}{!}{\includegraphics*{i22/prezqua.eps}}\end{center}\end{figure}

Figura 6.9: Grafico in alto a sinistra: curva del costo totale del bene (costo del bene più costi di trasporto. Grafico in alto a destra: curva della domanda del consumatore. Grafico in basso a sinistra: curva della domanda risultante in funzione della distanza

 

\begin{figure}\begin{center}\resizebox {10cm}{!}{\includegraphics*{i22/cono.eps}}\end{center}\end{figure}

Figura 6.10: Il cono della domanda. La base rappresenta l'area di mercato nella quale sono localizzati gli acquirenti

Per ogni prezzo del bene avrò un cono di domanda differente. Il cono della domanda rappresenta la quantità complessiva di domanda. In sostanza se diminuisco il prezzo aumenterò l'altezza e il raggio del cono e aumentando il prezzo diminuisco la altezza e il raggio del cono. La quantità complessiva di domanda sarà data dal volume del cono che è in funzione del prodotto dell'altezza per il quadrato del raggio (volume del cono= (altezza*base)/3), quindi in sostanza è proporzionale al cubo del prezzo.

Utilizzando una curva che rappresenta il cubo trovo come varia la domanda totale al variare del prezzo base del prodotto. (Vedi figura 6.11).

\begin{figure}\begin{center}\resizebox {10cm}{!}{\includegraphics*{i22/domtot.eps}}\end{center}\end{figure}

Figura 6.11: Grafico in alto a sinistra: differenti prezzi del prodotto. Grafico in alto a destra: curva della domanda. Grafico in basso a destra: variazione della domanda totale risultante dal cono di domanda. Grafico in basso a sinistra: domanda totale in funzione del prezzo del bene.

Fatto questo occorre confrontare la curva della domanda in rapporto al prezzo con la curva del costo in rapporto alla quantità. Si mettono a paragone le due curve e si ottiene la domanda totale per il bene e quindi la distanza massima alla quale il bene sarà venduto. (Vedi figura 6.12).

\begin{figure}\begin{center}\resizebox {10cm}{!}{\includegraphics*{i22/dompre.eps}}\end{center}\end{figure}

Figura 6.12: Curva della domanda, curva dell'offerta e rapporto tra le due.

Da qui si possono stabilire per ogni bene le aree di mercato circolari che poi diverranno esagonali a causa della sovrapposizione necessaria perché tutti i consumatori siano serviti ovvero perché possano entrare nel sistema il massimo numero di venditori del bene. Dati vari beni con soglie differenti si ottengono aree di mercato di varia dimensione che sono delle tassellazioni esagonali dello spazio con esagoni di raggio variabile.

Ora, sulla base della quantità minima venduta di ogni bene si determinano le aree di mercato corrispondenti. La forma che esse assumono, darà luogo a molti schemi esagonali in ciascuno dei quali la estensione dell'esagono è proporzionale alla dimensione minima dell'area di mercato. Losch assume che fra tutte questi schemi esagonali ne esistano solo alcuni che hanno la possibilità di essere inclusi in altri k=3, k=4, .... Stabilito questo si sovrappongono tutte le aree di mercato e tutti i centri corrispondenti e li si fanno ruotare sino a che il massimo numero di centri corrisponde. A questo punto si ottiene la gerarchia territoriale.

Ciò che cambia nel modello di Losch è la costruzione del sistema spaziale. Difatti praticamente Losch introduce delle economie di agglomerazione che fanno si che torni utile concentrare la produzione e la vendita dei prodotti nei centri in modo da ridurre al massimo il numero dei centri. Ne risulta che l'assunto di Christaller secondo il quale un centro vende il bene di ordine superiore e tutti gli altri non è necessariamente verificato.

Quindi si introduce la specializzazione urbana. La specializzazione è ciò che causa la esportazione della città al di fuori della sua area di mercato.

NOTE


[1] Tratto da: http://e-prints.unifi.it/archive/00000012/00/node70.html.

[2] Losch, A., 1954, The Economics of Location, New Haven, Yale University Press.