LA RENDITA NELLE CITTA’ D’ARTE[1]

Vincolo allo sviluppo e/o possibile moltiplicatore economico

Alessandro Cavalieri

Il processo di formazione della rendita nelle città d’arte

Tutte le città a forte valenza attrattiva di localizzazioni di attività ad alto reddito (sia di tipo terziario-finanziario che turistico- commerciale) risentono di un fenomeno difficilmente risolvibile a prezzi invariati: una domanda in espansione a fronte di un offerta di spazi e servizi scarsamente rinnovabile nelle forme e nelle localizzazione richieste. Ne deriva una forte incidenza della rendita posizionale di fronte alle categorie del profitto e del lavoro.

Le città d’arte sono un chiaro esempio di questo fenomeno: la rendita si espande nonostante la dimensione sostanzialmente minore del fenomeno urbano mentre più scontato è il fenomeno nelle grandi città "quaternaria" della globalità; New York, Londra, Parigi, ecc..

La rendita come "termometro" del valore dell’immagine di una città

Se le determinanti sono quelle sopra richiamate, allora la presenza della rendita è anche un indicatore indiretto del valore di una città nell’immaginario collettivo della domanda globale che ad essa si rivolge. Maggiore è questo valore, più elevata è la rendita, maggiore la resistenza da parte di chi la rendita la detiene a "permettere" un aumento dell’offerta per andare incontro alla maggiore domanda. Il meccanismo indice un ulteriore aumento della rendita che facendo affluire risorse economiche, finanziarie e di potere ai suoi detentori ne aumenta la capacità di frenare i possibili, anche se oggettivamente, ridotti spazi di incremento dell’offerta.

L’effetto spiazzamento della rendita rispetto alle altre attività

Il meccanismo descritto produce in termini relativi un aumento dei costi anche per le attività non collegate alla domanda di luoghi e servizi collegate alle risorse scarsamente riproducibili che giustificano la rendita. Quest’ultima rende più costose e meno competitive tutte le attività riproducibili che devono andare a confrontarsi sul mercato globale; ne subisce il maggiore effetto di spiazzamento l’attività manifatturiera, non beneficiaria dell’immagine della città, ma costretta a convivere con servizi e costi delle localizzazioni più alti a causa dell’effetto rendita.

La risorsa umana nei meccanismi economici della rendita

Una logica di remunerazione dei fattori produttivi non collegata alla qualità delle risorse umane impiegate nel processo produttivo, ma sostanzialmente valutata in funzione della loro utilizzazione ai fini della piena valorizzazione economica della rendita, produce nel medio periodo un abbassamento della qualità professionale e dei percorsi di formazione della risorsa imprenditoriale e lavorativa. I meccanismi di selezione delle classi imprenditoriali e delle capacità professionali non seguono il criterio della competitività e della competenza, ma quello della funzionalità, vicinanza sociale e/o appartenenza al ristretto cerchio dei detentori della rendita e delle attività in grado di valorizzarla.

Utilizzo del valore dell’immagine in prodotti e servizi riproducibili

Quando, come nel caso delle città d’arte, la rendita si determina in funzione della elevata qualità dell’immagine urbana e delle attività più direttamente ad essa collegate, essa spessa si incorpora anche in possibilità di trasferimento di parte di essa in prodotti e servizi riproducibili, assumendo verso di essi la funzione di attivazione economica. Il caso più immediato è quello della produzione addizionale di beni e servizi collegati ai fattori di attrazione artistica (ad esempio il merchandising museale, spesso capace di ricavi maggiori degli stessi biglietti di accesso alle opere d’arte), ma anche tutta una serie di prodotti sia manufatturieri che di comunicazione che trovano un loro posizionamento di mercato solo in quanto riferibili alla città-richiamo. In questo caso la rendita, per così dire, si trasferisce e si incorpora nel prodotto e nel servizio venduta sul mercato esterno, permettendo un di più di remunerazione al profitto ed al lavoro impegnato nella produzione e nella distribuzione. In questo caso il meccanismo di formazione della rendita trasferisce parte di essa sul valore aggiunto dei beni e servizi ad essa richiamabili.

Individuazione di modalità di "tassazione" della rendita per spostare risorse

Quando, invece, tale meccanismo di trasferimento non si attua e la rendita si incorpora totalmente nelle attività private posizionali, che solo in quanto localizzate in un determinato luogo o detentrici di barriere all’entrata, possono praticare prezzi più elevati, devono essere individuate soluzione in termine di tassazione tali da trasferire il margine della rendita ad entrate pubbliche in grado di sostenere i costi necessari al mantenimento dei fattori attrattivi scarsamente riproducibili che stanno alla base del processo di formazione della rendita stessa. Benefici privati sotto forma di rendita determinati dal capitale sociale pubblico devono potere essere tassati per ritornare alla valorizzazione del capitale sociale pubblico. Questo determina anche una maggiore ricerca di efficienza e competitività fra i beneficiari della rendita che riducendosi nella sua distribuzione privata obbliga alla ricerca di una maggiore efficienza.

Distribuzione della rendita di immagine su più punti di rendita posizionale

Il secondo intervento possibile per distribuire la rendita su una più ampia base di beneficiari è quella di allargare lo spazio urbano sul quale la rendita agisce. I meccanismi sono molteplici, in sintesi essi vanno da una capacità di marketing urbano capace di allargare su più risorse l’immagine della città d’arte investendo anche punti di interesse decentrati, creando eventi attrattivi fuori dai circuiti tradizionali, abbattendo le barriere all’entrata nei servizi dove si registra costantemente un vincolo di offerta rispetto alla crescita della domanda, mettendo in competizione i fruitori dell’effetto rendita. Ciò determina, in ultima sintesi, l’allargamento su più operatori e su più luoghi dell’attivazione economica derivante dalla rendita di posizione, obbligando alla ricerca di una maggiore efficienza e competitività nel rapporto qualità-prezzo.

Allargare l’attivazione economica indotta da fenomeni dovuti alla rendita

L’attivazione economica indotta dalla rendita oltre che ad essere concentrata solo in alcuni punti dell’area fiorentina interessa anche solo alcuni ceti sociali ed economici molto specifici. L’immagine complessiva di Firenze, cioè, determina la rendita, ma questa produce effetti rilevanti solo su uno spaccato ridotto della città. Appare necessario individuare forme di interventi capaci di allargare l’attivazione economica riconducibile alla rendita redistribuendone gli effetti su ceti ed aree più ampie. Della redistribuzione attraverso strumenti di natura para-fiscale abbiamo fatto cenno; rispetto alla possibilità di far ricadere l’effetto "Firenze" anche su ceti produttivi oltre quelli direttamente interessati dai flussi di turisti e visitatori la questione appare più complessa, ma possibile. Si tratta di definire progetti di intervento concertati con le associazioni di categoria e volti al recupero di produzioni, manifestazioni, eventi, ecc.. che possono essere collegati ad un’azione di marketing territoriale della città in grado di sfruttare l’alto valore aggiunto dell’immagine Firenze", oltre le dirette ricadute della rendita posizionale nel centro storico.

La rendita fattore di contrasto fra la città dei residenti-produttori-visitatori

Sostanzialmente la riconduzione alla rendita posizionale dell’immagine di Firenze come città d’arte, ma anche polo di attrazione internazionale, produce l’effetto di accentuare gli elementi di contrasto fra la città dei residenti, dei produttori, dei visitatori. La rendita concentrata per ceti produttivi e luoghi della città privilegia solo alcuni strati sostanzialmente commerciali e ricettivi (ed i servizi ad essi collegati), innalza i livelli dei prezzi per i visitatori esterni (dai quali viene tratto il "di più" della rendita posizionale), pone una sorta di barriera fra il mondo dei visitatori e quello dei residenti, dividendo il mercato dei servizi, degli affitti, delle tariffe, ecc.. facendo avvertire alla gran parte dei residenti come antagonista il mondo dei visitatori. E’ una spaccatura che abbassa la qualità della funzione internazionale di Firenze che sull’accoglienza basa gran parte anche della propria immagine. Diffondere la rendita territorialmente, socialmente ed economicamente fra strati più vasti della popolazione può ridurre l’antagonismo residente-visitatore e rendere meno vistoso quello fra i produttori coinvolti dal meccanismo della rendita ed i produttori da esso danneggiati in termini di competitività.

Un’ipotesi di lavoro per le politiche dello sviluppo a livello cittadino

La rendita deriva dall’immagine di Firenze che crea una domanda di "città" a fronte di una scarsamente riproducibile ed estensibile capacità dell’offerta urbana. Di questa in parte inevitabile strozzatura se ne avvantaggiano solo alcuni ceti e luoghi della città; i ceti ed i luoghi al di fuori del punto di accumulazione della rendita rimangono estranei e danneggiati dall’agire della rendita. Vi sono strumenti di politica economica, tariffaria, para-fiscale, di marketing urbano, di liberalizzazione delle barriere all’entrata in determinate attività, di collegamento di prodotti e servizi al "mito" di Firenze, ecc.. che permettono, se perseguiti, di estendere l’effetto di attivazione della rendita, diluirne l’impatto su più ceti e luoghi della città, trasferirne una parte a finanziare la ulteriore valorizzazione e/o manutenzione del capitale sociale urbano, basato sulle dotazioni artistiche, culturali e civili.

Questa è anche una condizione per assicurare la possibilità di rinnovare le risorse, di limitarne il consumo, per aumentare l’efficienza delle attività economiche collegate alla rendita. In assenza di politiche di riorentamento dei canali diretti ed indiretti di trasmissione della rendita, questa, alla fine del processo, si trasferisce quasi interamente dalle attività di gestione alla proprietà dei mezzi di produzione e degli immobili, comprimendo, quindi, anche il profitto e la remunerazione del lavoro di chi oggi sembra godere maggiormente dei vantaggi della rendita di posizione e di immagine.

NOTE