Per controllare il conto,

secondo il consiglio di Brecht[1]

Leggiamo le parti essenziali[2] di

L'EVOLUZIONE DEL SOCIALISMO
DALL'UTOPIA ALLA SCIENZA
[3]

Friedrich Engels

a cura di Andrea Viani

L'EVOLUZIONE DEL SOCIALISMO DALL'UTOPIA ALLA SCIENZA

È Diviso In Tre Parti:

·        I - il socialismo utopistico

·        II - socialismo e filosofia

·        III - modo di produzione capitalistico e socialismo

materialisticamente e dialetticamente legate

I - IL SOCIALISMO UTOPISTICO

Il socialismo moderno (nella sua radice concreta)… è il risultato della visione … degli antagonismi di classe … tra possidenti e non possidenti, salariati e capitalisti (e) … dell'anarchia dominante nella produzione.

(In) … forma teorica esso appare all'inizio come una continuazione più radicale … dei principi (dell'illuminismo francese). (dall'edizione Laboratorio Politico, Napoli 1992, pag. 43).

LA NASCITA DEL SOCIALISMO

materiale ideologico preesistente
(illuminismo, cioè borghesia contro nobiltà)

Come ogni nuova teoria, esso ha dovuto anzitutto ricollegarsi al materiale ideologico preesistente, per quanto avesse la sua radice nella realtà economica.

(L'Illuminismo francese non riconosce) nessuna autorità esteriore di qualsiasi specie essa fosse. Religione, concezione della natura, società, ordinamento dello Stato, … tutto doveva giustificare la propria esistenza davanti al tribunale della ragione. L'intelletto pensante fu applicato a tutto come unica misura. Tutte le forme sociali e statali …, tutte le antiche idee tradizionali furono gettate in soffitta come cose irrazionali … (per essere soppiantate) dalla verità eterna, dalla giustizia eterna, dall'eguaglianza fondata sulla natura, dai diritti inalienabili dell'uomo.

Noi sappiamo ora che questo regno della ragione non fu altro che il regno della borghesia idealizzato … e che lo Stato conforme a ragione (lo Stato del secondo stato) … si realizzò … come repubblica democratica borghese (opposta alla nobiltà feudale). (pag. 44)

LA NASCITA DEL SOCIALISMO

idee preliminari
(bisogni proletari esposti dal comunismo utopistico borghese )

Sin dalla sua origine la borghesia era affetta dall'antagonismo che le è proprio: non possono esserci capitalisti senza operai salariati, e nella stessa misura in cui il maestro della corporazione medievale evolveva nel borghese moderno, il garzone della corporazione e il giornaliero che non apparteneva a nessuna corporazione evolvevano nel proletario. E sebbene nel complesso la borghesia avesse il diritto di pretendere di rappresentare contemporaneamente, nella lotta contro la nobiltà, gli interessi delle diverse classi lavoratrici di quell'epoca, pure, in ogni grande movimento borghese, scoppiavano dei moti autonomi della classe precorritrice del proletariato moderno.

Accanto a queste (azioni) … di una classe ancora immatura comparvero le relative manifestazioni teoriche: nei secoli XVI e XVII le descrizioni utopistiche di regimi sociali ideali (Tommaso Moro, Tommaso Campanella - comunismo utopistico -) nel secolo XVIII le teorie comuniste vere e proprie (Morelly - abolizione della proprietà privata - e Mably - uguaglianza primitiva e comunanza dei beni -). (pag. 45)

LA NASCITA DEL SOCIALISMO

il socialismo utopistico
(idealisti borghesi a favore del proletariato)

Anche il mondo borghese (si mostra) irrazionale e ingiusto. Lo Stato secondo ragione era completamente andato in fumo (nel Terrore, nella corruzione del Direttorio e nel dispotismo napoleonico). La pace perpetua … si trasformò in una guerra di conquista senza fine. La parola d'ordine rivoluzionaria della «fratellanza» si realizzò nelle angherie … della lotta della concorrenza. Al posto dell'oppressione violenta subentrò la corruzione. La prostituzione dilagò in misura inaudita. … le istituzioni sociali e politiche instaurate col «trionfo della ragione» si rivelarono caricature.

(Qualcuno doveva costatare questo disastro. Furono), all'inizio del nuovo secolo, Saint-Simon, Fourier e Owen. Per loro le tendenze borghesi conservavano ancora una certa validità accanto alla tendenza proletaria. (Da un lato) i conflitti (proletari) … erano solo sul nascere. Il proletariato … ancora assolutamente incapace di un'azione politica indipendente, … (era) un ceto oppresso, al quale un aiuto poteva tutt'al più portarsi dall'esterno. (Dall'altro l'eliminazione degli inconvenienti della società) era compito della ragione pensante. Si trattava di inventare … (e sviluppare) dall'esterno (un sistema sociale perfetto), con la propaganda e, dove fosse possibile, con l'esempio di esperimenti modello. Questi nuovi sistemi sociali … quanto più erano elaborati nei loro particolari, tanto più dovevano andare a finire nella pura fantasia. (pag. 46, 47, 48, 49, 50)

LA NASCITA DEL SOCIALISMO

il socialismo utopistico (saint-simon)

Saint-Simon fu un figlio della grande rivoluzione francese. La rivoluzione fu la vittoria del terzo stato, cioè della gran massa della nazione attiva …, sugli stati oziosi sino allora privilegiati: la nobiltà e il clero. Ma la vittoria del terzo stato si era presto rivelata … come la conquista del potere politico da parte dello strato sociale privilegiato di esso, la borghesia possidente. Così … Saint-Simon … (trasforma) l'antagonismo fra terzo stato e stati nobili … (nell')antagonismo tra «lavoratori» ed «oziosi». … i «lavoratori» non erano soltanto i salariati, ma anche i fabbricanti, i mercanti e i banchieri.

Chi doveva dirigere e dominare? Secondo Saint-Simon la scienza e l'industria, entrambe tenute insieme da un nuovo vincolo religioso: un «nuovo cristianesimo». Ma la scienza erano i professori e l'industria erano in prima linea i borghesi attivi, fabbricanti, mercanti e banchieri. Questi borghesi si … (dovevano) tramutare in … amministratori fiduciari della società … . I banchieri specialmente avrebbero dovuto essere chiamati a regolare, mediante una regolamentazione del credito, tutta la produzione sociale. Nel 1816 egli dichiara che la politica è la scienza della produzione e predice che la politica si dissolverà completamente nell'economia. Tuttavia ciò che Saint-Simon particolarmente accentua è questo: che a lui ciò che in primo luogo importa dovunque e sempre è la sorte della «classe più numerosa e più povera». (pag. 50, 51,52)

LA NASCITA DEL SOCIALISMO

il socialismo utopistico (fourier)

In Fourier troviamo una critica delle vigenti condizioni sociali. Egli svela spietatamente la miseria materiale e morale del mondo borghese e le contrappone tanto le splendide promesse degli illuministi di una società in cui dominerà la ragione, … (la) felicità e … (la) perfettibilità umana illimitata.

… magistrale è la sua critica della forma borghese dei rapporti sessuali … . Egli dichiara per la prima volta che, in una data società, il grado di emancipazione della donna è la misura naturale dell'emancipazione generale. Ma (ancora) più grande è (la) sua concezione della storia della società. Fourier divide (la storia) in quattro fasi di sviluppo: stato selvaggio, barbarie, stato patriarcale, civiltà, la quale ultima coincide con quella che oggi si chiama società borghese e dimostra che l'ordinamento civile … si muove in un «circolo vizioso», in contraddizioni che continuamente riproduce senza poterle superare, cosicché essa raggiunge sempre il contrario di ciò che vuol raggiungere o che dà a vedere di voler raggiungere. Così, per esempio, «nella civiltà la povertà sorge dalla stessa abbondanza». Fourier …, di fronte alle chiacchiere sulla infinita perfettibilità umana, mette in rilievo il fatto che ogni fase storica ha il suo ramo ascendente, ma ha anche il suo ramo discendente ed applica questo modo di vedere anche al futuro di tutta l'umanità. (pag. 52, 53,54)

LA NASCITA DEL SOCIALISMO

il socialismo utopistico (owen): l'esperienza di new lanark

Robert Owen sostiene che il carattere dell'uomo è il prodotto dell'organizzazione in cui nasce e delle circostanze che lo circondano durante la sua vita … . Nella rivoluzione industriale la maggior parte degli uomini del suo ceto vedeva solo (la possibilità) di arricchirsi rapidamente. Egli vide in essa invece l'occasione per applicare il suo principio … . … dal 1800 al 1829 diresse … le grandi filande di New Lanark in Scozia … con un successo che gli procurò rinomanza europea. Una popolazione, … che originariamente si componeva degli elementi … fortemente demoralizzati, fu da lui trasformata in una perfetta colonia modello, nella quale l'ubriachezza, la polizia, il giudice penale, i processi, l'assistenza ai poveri, il bisogno di beneficenza erano cose sconosciute. E tutto questo semplicemente per il fatto che egli mise quella gente in condizioni più degne dell'uomo e, soprattutto, fece educare accuratamente la generazione nuova. Egli fu l'inventore degli asili d'infanzia e li introdusse qui per la prima volta. Mentre i suoi concorrenti facevano lavorare da tredici a quattordici ore al giorno, a New Lanark si lavorava solo dieci ore e mezza.. (Quando la) crisi cotoniera costrinse a fermare il lavoro per 4 mesi, agli operai in fu corrisposto il pieno salario. […](pag. 55)

LA NASCITA DEL SOCIALISMO

il socialismo utopistico (owen): da new lanark al comunismo

(Owen riflettendo sull'esperienza di New Lanark ragionava così:) «… la parte attiva dei 2.500 uomini (di New Lanark) produceva per la società altrettanta ricchezza reale quanta appena un mezzo secolo prima avrebbe potuto produrne una popolazione di 600.000 uomini. … che cosa avviene della differenza tra la ricchezza consumata da 2.500 persone e quella (di) 600.000 … ? ».

La risposta era chiara. Essa era stata impiegata per versare ai proprietari dello stabilimento il 5% di interesse sul capitale investito ed inoltre più di 300.000 sterline di profitto. E ciò che era vero per New Lanark, lo era … per tutte le fabbriche inglesi. … questo nuovo potere era stato creato dalla classe operaia. » Ad essa perciò ne appartenevano anche i frutti. Le nuove potenti forze produttive, che sino ad allora erano servite solo per l'arricchimento dei singoli e l'asservimento delle masse, offrivano a Owen le basi per un rinnovamento sociale ed erano destinate, come proprietà comune, a lavorare solo per il benessere comune.

In una tale maniera, … per così dire, frutto del calcolo commerciale, sorse il comunismo di Owen.

[…] Il passaggio al comunismo fu il punto critico della vita di Owen. (pag. 56, 57)

LA NASCITA DEL SOCIALISMO

il socialismo utopistico (owen): sconfitta, lotte e limiti degli utopisti

(Prima) …Era l'uomo più popolare d'Europa. […] Ma … con le sue teorie comuniste, la situazione cambiò di punto in bianco. […] Messo al bando dalla società ufficiale, … impoverito dal fallimento di esperimenti comunisti in America ai quali aveva sacrificato tutta la sua fortuna, si volse alla classe operaia e rimase a lavorare nel suo seno per altri trent'anni. Tutti … i veri progressi realizzati in Inghilterra nell'interesse degli operai, sono legati al nome di Owen. … nel 1819 … fece approvare la prima legge per la limitazione del lavoro di donne e fanciulli nelle fabbriche. … presiedette il primo congresso (delle) Trade Unions di tutta l'Inghilterra … introdusse … le società cooperative (di consumo e di produzione) che da allora hanno … fornito la prova pratica che tanto il mercante quanto il fabbricante sono persone delle quali si può benissimo fare a meno … .

Il modo di vedere degli utopisti dominò a lungo le idee socialiste del secolo XIX … . Ad esso … si inchinarono tutti i socialisti francesi e inglesi, ad esso appartiene anche il comunismo tedesco degli inizi compreso quello di Weitling. Il socialismo è per tutti loro l'espressione della assoluta verità, della assoluta ragione, della assoluta giustizia e basta che sia scoperto perché conquisti il mondo con la propria forza. […] (In realtà) Per fare del socialismo una scienza, bisognava anzitutto farlo poggiare su una base reale. (pag. 57, 58,59)

II - SOCIALISMO E FILOSOFIA

Frattanto, accanto e dopo la filosofia francese del secolo XVIII era sorta la filosofia tedesca moderna e aveva trovato la sua conclusione in Hegel. Il suo merito maggiore fu la riassunzione della dialettica come la forma più alta del pensiero. […] Per contro la filosofia moderna, si era sempre più arenata nel cosiddetto modo di pensare metafisico … .

Daremo qui brevemente l'essenziale di questi due metodi di pensiero. (pag. 60)

LO SVILUPPO DELLA FILOSOFIA

la visione filosofica primitiva

Se sottoponiamo alla considerazione del nostro pensiero la natura o la storia umana o la nostra specifica attività spirituale, (notiamo) anzitutto un quadro … di azioni reciproche, … un quadro d'insieme in cui …  badiamo più al movimento, ai passaggi, ai nessi, che a ciò che si muove, passa e sta in connessione. Questa visione primitiva … è quella dell'antica filosofia greca e fu espressa chiaramente per la prima volta da Eraclito: tutto è ed anche non è, perché tutto … è in continuo cambiamento … . Ma questa concezione … non (basta) per spiegare i particolari di cui questo quadro d'insieme si compone, e sino a quando non conosceremo questi particolari, non saremo … edotti (informati) neppure del quadro stesso. Ma per conoscere questi particolari dobbiamo staccarli dal loro nesso naturale o storico ed esaminarli ciascuno per sé, nella loro natura, nelle loro cause, nei loro effetti particolari, ecc. Questo è il compito che hanno in un primo tempo le scienze naturali e la ricerca storica, campi d'indagine che … ebbero presso i greci dell'età classica una posizione di secondo piano, perché questi dovevano prima di tutto raccogliere il materiale. Solo dopo che una certa quantità di materiale della natura e della storia sia stato accumulato, può cominciare il vaglio critico, il raffronto e rispettivamente la divisione in classi, ordini e specie. (pag. 60,61)

LO SVILUPPO DELLA FILOSOFIA

l'indagine scientifica e la nascita della metafisica

Gli inizi dell'indagine scientifica della natura sorsero solo con i greci del periodo alessandrino e, più tardi, nel Medioevo, furono ulteriormente sviluppati dagli arabi; una vera scienza della natura, comincia solo … nel secolo XV e da allora ha progredito con celerità costantemente crescente. L'analisi della natura nelle sue singole parti, la ripartizione dei diversi fenomeni e degli oggetti della natura in classi determinate … sono state la condizione principale dei progressi giganteschi che nella conoscenza della natura gli ultimi quattrocento anni ci hanno portato. Ma questo metodo ci ha del pari lasciato l'abitudine di concepire le cose e i fenomeni della natura nel loro isolamento, al di fuori del loro vasto nesso d'insieme; di concepirli perciò non nel loro movimento, ma nel loro stato di quiete, non come essenzialmente mutevoli, ma come entità fisse e stabili, non nella loro vita, ma nella loro morte. E poiché questa maniera di vedere le cose … è passata dalle scienze naturali nella filosofia, ha prodotto la limitatezza specifica degli ultimi secoli, cioè il modo di pensare metafisico. (pag. 61,62)

LA FILOSOFIA METAFISICA

la metafisica e i suoi limiti

La metafisica pensa che le cose … riflesse nel pensiero, sono oggetti di indagine da considerarsi indipendentemente l'uno dall'altro, fissi, rigidi, dati una volta per sempre. … pensa per antitesi assolutamente immediate … una cosa esiste o non esiste … causa ed effetto stanno in rigida opposizione reciproca. Questa maniera di pensare ci appare estremamente plausibile perché è proprio quella del senso comune. Ma … la maniera metafisica di vedere le cose … è unilaterale, astratta e si avvolge in contraddizioni insolubili, giacché, per le cose singole, dimentica il loro nesso, … per vedere gli alberi, non vede la foresta. Per es. … è impossibile stabilire l'istante della morte, poiché la fisiologia dimostra che la morte non è un avvenimento unico ed istantaneo, ma un fenomeno di durata molto lunga. Parimenti … in ogni istante alcune cellule muoiono e se ne formano dì nuove; dopo un tempo più o meno lungo la materia del corpo si è completamente rinnovata, … cosicché ogni essere organizzato è costantemente il medesimo e pure un altro. … anche causa ed effetto sono rappresentazioni che hanno validità come tali solo se le applichiamo ad un caso singolo, ma se consideriamo questo fatto singolo nella sua connessione generale, queste rappresentazioni si confondono e si dissolvono nell'azione reciproca, in cui cause ed effetti si scambiano continuamente la loro posizione, ciò che ora o qui è effetto, là o poi diventa causa e viceversa. Tutti questi fenomeni e metodi di pensiero non rientrano nel quadro del pensiero metafisico. (pag. 62,63)

LA FILOSOFIA DIALETTICA

il sistema hegeliano

Per la dialettica, che considera le cose e le loro immagini concettuali essenzialmente nel loro nesso, nel loro concatenamento, … fenomeni come quelli che abbiamo riferiti sopra sono conferme della sua specifica maniera di procedere. … le moderne scienze naturali … hanno dimostrato che … la natura procede dialetticamente e non metafisicamente, che non si ripete di continuo nell'eterna uniformità di un circolo, ma percorre una vera storia. […] Un'adeguata rappresentazione della totalità del mondo, del suo sviluppo e di quello dell'umanità, e dell'immagine di questo sviluppo che si rispecchia nella testa degli uomini, può quindi effettuarsi solo per via dialettica, prendendo costantemente in considerazione tutte le azioni reciproche … . E in questo senso ha proceduto la filosofia tedesca moderna sin dal suo principio. Kant iniziò la sua carriera scientifica risolvendo la stabilità del sistema solare newtoniano … in un fenomeno che ha una storia … . […] Questa filosofia trovò la sua conclusione nel sistema hegeliano, nel quale … tutto quanto il mondo naturale, storico e spirituale venne presentato come un processo, cioè in un movimento, … in uno sviluppo senza tregua, e fu fatto il tentativo di dimostrare il nesso intimo esistente in questo movimento e in questo sviluppo. Mettendosi da questo punto di vista, la storia dell'umanità non appariva più come un groviglio confuso di violenze insensate che sono tutte ugualmente condannabili davanti al tribunale della ragione filosofica … ma come il processo di sviluppo della umanità stessa. (pag. 63,64,65)

LA FILOSOFIA DIALETTICA

l'assurdità dell'idealismo hegeliano e la nascita del materialismo

E ora il compito del pensiero consisteva nel seguire, attraverso tutte le deviazioni, la marcia graduale di tale processo … . … questo è un compito che nessun individuo da solo potrà mai assolvere. […] Hegel era un idealista, cioè per lui i pensieri non erano i riflessi … delle cose e dei fenomeni reali, ma invece le cose erano i riflessi realizzati della «Idea» preesistente … al mondo medesimo. Conseguentemente tutto veniva poggiato sulla testa, e il nesso reale del mondo veniva completamente rovesciato. … il mondo risultava … artificioso, architettato di sana pianta, in breve, sovvertito. Il sistema di Hegel fu un colossale aborto, ma fu anche l'ultimo nel suo genere. […] Un sistema che concluda una volta per sempre la conoscenza della natura e della storia è in contraddizione con le leggi fondamentali del pensiero dialettico … . L'assurdità dell'idealismo tedesco … condusse necessariamente al materialismo … . Anziché rigettare semplicemente, in modo ingenuamente rivoluzionario, tutta la storia precedente, il materialismo moderno vede nella storia il processo di sviluppo dell'umanità ed è suo compito scoprirne le leggi di movimento. In contrasto con la rappresentazione dominante secondo la quale la natura è un tutto … che rimane sempre eguale a se stesso, … il materialismo moderno riassume i progressi delle scienze naturali, secondo cui la natura ha anch'essa la sua storia … . (pag. 65,66,67)

L'ESAURIMENTO PRATICO DELLA FILOSOFIA

la lotta di classe esaurisce ogni concezione storico/filosofica

 […] Dal momento in cui … ciascuna scienza si deve render conto della sua posizione nel nesso complessivo della conoscenza delle cose, (la filosofia come) scienza particolare che abbia per oggetto tale nesso diventa superflua. Ciò che quindi resta … di tutta la filosofia … è la teoria del pensiero e delle sue leggi, cioè la logica e la dialettica. […] (L'esaurimento della filosofia si manifesta nei) fatti storici che determinano la … concezione della storia. La lotta di classe tra il proletario e la borghesia si presentava in primo piano nei paesi più progrediti d'Europa con la prima sollevazione di operai nel 1831 a Lione e il primo movimento operaio nazionale dei cartisti inglesi dal 1838 al 1842. … . Le dottrine dell'economia borghese, sulla identità di interessi di capitale e lavoro, … venivano smentite dai fatti … . Tutte queste cose non potevano più essere respinte come non si poteva respingere il socialismo francese ed inglese che ne era l'espressione teorica … . […]

I nuovi fatti costrinsero a sottoporre ad una nuova indagine tutta la storia precedente e si vide allora che (questa) …, ad eccezione delle età primitive, era la storia delle lotte delle classi, … (le quali) sono risultati dei rapporti … economici della loro epoca; che quindi la struttura economica della società costituisce il fondamento reale partendo dal quale si deve spiegare in ultima analisi tutta la sovrastruttura delle istituzioni giuridiche e politiche, così come delle ideologie religiose, filosofiche e di altro genere di ogni periodo storico. (pag. 67,68)

LA CONCEZIONE MATERIALISTICA DELLA STORIA

la concezione materialistica della storia
fa del socialismo una scienza

Hegel (con la dialettica) aveva liberato la concezione della storia dalla metafisica; ma la sua concezione era idealistica. L'idealismo veniva ora cacciato dalla concezione della storia; veniva data una concezione materialistica della storia e veniva trovata la via per spiegare la coscienza degli uomini col loro essere, invece di spiegare … il loro essere con la loro coscienza.

Così il socialismo non appariva più come una scoperta geniale, ma come il risultato necessario della lotta tra due classi: il proletariato e la borghesia. […] e il socialismo esistito sino allora diventava incompatibile con la concezione materialistica della storia… . Quel socialismo precedente criticava, sì, il vigente modo di produzione capitalistico …, ma non lo spiegava e lo respingeva semplicemente come un male. Quanto più esso inveiva contro lo sfruttamento della classe operaia …, tanto meno era in grado di spiegare cosa sia questo sfruttamento. Si trattava invece da una parte di presentare questo modo di produzione capitalistico nel suo nesso e nella sua necessità storica …, e quindi anche la necessità del suo tramonto, dall'altra, invece, di svelare anche il suo carattere interno … . Questo si ebbe con la scoperta del plusvalore. […] Entrambe queste grandi scoperte: la concezione materialistica della storia e il plusvalore ossia il fondamento della produzione capitalistica, le dobbiamo a Marx. Con queste due grandi scoperte il socialismo è diventato una scienza che ora occorre elaborare ulteriormente in tutti i suoi particolari e nessi. (pag. 68,69,70)

III - MODO DI PRODUZIONE CAPITALISTICO E SOCIALISMO

(Per) la concezione materialistica della storia, la produzione e lo scambio sono la base di ogni ordinamento sociale; in ogni società storica, la distribuzione dei prodotti, e con essa l'articolazione della società in classi, si modella … sul modo come si produce e sul modo come si scambia … . Conseguentemente le cause ultime di ogni rivolgimento sociale e politico vanno ricercate non nella testa degli uomini, …, ma nei mutamenti del modo di produzione e di scambio… . (Il fatto che) le istituzioni sociali vigenti siano … ingiuste, che la ragione sia diventata un nonsenso, … è solo un segno che nei metodi di produzione e nelle forme di scambio si sono verificati dei mutamenti per i quali non è più adeguato l'ordinamento sociale delle condizioni economiche precedenti. Con ciò è detto nello stesso tempo che i mezzi per eliminare gli inconvenienti che sono stati scoperti debbono del pari esistere, più o meno sviluppati, negli stessi mutati rapporti di produzione. […]

Su queste basi, quale è dunque la posizione del socialismo moderno? (pag. 71)

MODO DI PRODUZIONE CAPITALISTICO

il socialismo sorge dal limite oggettivo
del modo di produzione capitalistico

L'ordinamento sociale vigente … è stato creato dalla … borghesia. Il suo modo di produzione peculiare, … il modo di produzione capitalistico, era incompatibile con … l'ordinamento feudale; la borghesia infranse l'ordinamento feudale e sulle sue rovine instaurò l'ordinamento sociale borghese … . […] Le forze produttive elaborate sotto la direzione della borghesia si svilupparono … nella grande industria in proporzioni … inaudite.

Ma … la grande industria, al suo più pieno sviluppo, (denuncia) i limiti … (del) modo di produzione capitalistico. Le nuove forze produttive superano la forma borghese del loro sfruttamento … (generando un conflitto oggettivo, indipendente) dalla volontà degli uomini che lo …(praticano).

Il socialismo moderno è il riflesso ideale di questo conflitto reale … .

Ora, in che cosa consiste questo conflitto? (pag. 72)

MODO DI PRODUZIONE CAPITALISTICO

dalla produzione individuale a quella sociale

Prima della produzione capitalistica … (nel Medioevo c'era) la piccola produzione … (qui) i lavoratori avevano la proprietà privata dei loro mezzi di produzione … . I mezzi di lavoro, terra, attrezzi agricoli, laboratori, utensili, erano … individuali, quindi necessariamente … limitati. […] Concentrare questi mezzi di produzione …, estenderli, trasformarli nelle leve … della produzione attuale: questa è stata precisamente la funzione storica del modo di produzione capitalistico e della classe che lo rappresenta, la borghesia. (Essa ha) … adempiuto questa sua funzione, a partire dal secolo XV, passando per i tre stadi della cooperazione semplice, della manifattura e della grande industria … . Ma la borghesia (per trasformare) quei mezzi di produzione limitati in possenti forze produttive, doveva trasformarli da mezzi individuali in mezzi sociali usabili solo da una collettività di uomini. Al … posto del laboratorio individuale subentrò la fabbrica, che esige il lavoro associato di centinaia e di migliaia di uomini. … la produzione stessa si trasformò da una serie di atti individuali in una serie di atti sociali e i prodotti si trasformarono da individuali in sociali. […] Nel bel mezzo della divisione del lavoro individuale priva di un piano … questo nuovo modo di produzione instaurò la divisione del lavoro secondo un piano, quale era organizzata nella singola fabbrica; accanto alla produzione individuale comparve la produzione sociale. (pag. 73, 74)

MODO DI PRODUZIONE CAPITALISTICO

la contraddizione tra produzione sociale e appropriazione privata

[…] I mezzi di produzione e la produzione sono diventati essenzialmente sociali, ma sono sottoposti ad una forma di appropriazione che ha come presupposto la produzione privata individuale (tipica del periodo precedente) … . […] Quanto più il nuovo modo di produzione divenne dominante in tutti i campi decisivi della produzione e in tutti i paesi di importanza economica decisiva, e conseguentemente soppiantò la produzione individuale sino ai suoi residui insignificanti, tanto più crudamente doveva apparire anche l'inconciliabilità della produzione sociale e dell'appropriazione capitalistica.

[…] Il lavoro salariato, prima eccezione e occupazione ausiliaria, divenne regola e forma fondamentale di tutta la produzione … . Il salariato temporaneo si trasformò in salariato a vita. La quantità dei salariati a vita fu inoltre smisuratamente accresciuta dal contemporaneo crollo dell'ordinamento feudale, … dall'espulsione dei contadini dalle loro fattorie, ecc. La separazione tra i mezzi di produzione concentrati nelle mani dei capitalisti e i produttori, ridotti a non possedere altro che la forza-lavoro, divenne completa. La contraddizione tra produzione sociale e appropriazione capitalistica si presentò come antagonismo tra proletariato e borghesia. (pag. 75, 76, 77)

MODO DI PRODUZIONE CAPITALISTICO

l'anarchia della produzione sociale

… il modo di produzione capitalistico si inserì in una società di produttori individuali di merci. Ma in ogni società fondata sulla produzione di merci (succede che) … i produttori perdono il dominio sui loro propri rapporti sociali. […] Nessuno sa né quanto del suo articolo arriva al mercato, né in generale quant'è la richiesta; nessuno sa se il suo prodotto risponde ad un effettivo bisogno, se recupererà le spese, se in generale potrà vendere. Domina l'anarchia della produzione sociale.

Ma la produzione di merci … ha le sue leggi specifiche, immanenti, inseparabili da essa. E queste leggi si attuano malgrado l'anarchia, in essa e per mezzo di essa. Esse compaiono nella forma di nesso sociale dello scambio, e si fanno valere sui produttori individuali come leggi della concorrenza. […] Esse dunque si attuano come leggi naturali della forma di produzione agenti ciecamente. Il prodotto domina i produttori. […]  … con … il modo di produzione capitalistico […] Apparve l'anarchia della produzione sociale e sempre più fu spinta al suo estremo.

Ma il principale strumento con cui … (si) accresceva questa anarchia … era precisamente l'opposto dell'anarchia: era la crescente organizzazione della produzione … sociale, in ogni singola azienda. […] Laddove veniva introdotto in un ramo di industria, non tollerava accanto a sé nessun altro modo di produzione più vecchio e ne distruggeva l'antica forma artigiana. Il campo del lavoro divenne un campo di battaglia. (pag. 77, 78, 79)

MODO DI PRODUZIONE CAPITALISTICO

l'anarchia della produzione sociale e la lotta economica universale

[…] Finalmente la grande industria e la creazione del mercato mondiale resero universale la lotta e ad un tempo le conferirono una violenza inaudita. Tra i singoli capitalisti, così come tra intere industrie e interi paesi, il problema della loro esistenza viene deciso dalle condizioni più o meno favorevoli della produzione … . […] La contraddizione tra produzione sociale e appropriazione capitalistica si presenta ora come antagonismo tra l'organizzazione della produzione nella singola fabbrica e l'anarchia della produzione nel complesso della società.

[…] E' la forza motrice dell'anarchia sociale della produzione che trasforma sempre più la maggioranza degli uomini in proletari … . E' … l'anarchia sociale della produzione che … impone … di perfezionare sempre più le macchine, pena la rovina. (pag. 80)

MODO DI PRODUZIONE CAPITALISTICO

anarchia della produzione sociale,
macchine e esercito industriale di riserva

Ma perfezionare le macchine significa render superfluo lavoro umano. … l'introduzione, l'aumento e il miglioramento del macchinario significa soppiantare milioni di operai manuali con pochi operai addetti alle macchine, soppiantare gli stessi operai addetti alle macchine e (cioè) creare una massa di salariati superiore alla quantità media che il capitale ha bisogno di occupare: creare cioè un vero esercito di riserva industriale … disponibile per i tempi in cui l'industria lavora ad alta pressione, gettato sul lastrico nella crisi che necessariamente segue, … regolatore che serve a tenere il salario a  quel basso livello che è adeguato alle esigenze dei capitalisti.

Così avviene che … la macchina diventa il più potente mezzo di guerra del capitale contro la classe operaia; … che il prodotto stesso dell'operaio si trasforma in uno strumento per l'asservimento dell'operaio. Così accade che … le macchine che sono il mezzo più potente per abbreviare il tempo di lavoro, si mutano nel mezzo più infallibile per trasformare tutta la vita dell'operaio e della sua famiglia in tempo di lavoro disponibile per la valorizzazione del capitale … . «La legge infine che equilibra costantemente sovrappopolazione relativa, ossia l'esercito industriale di riserva, da una parte, e volume e energia dell'accumulazione dall'altra, incatena l'operaio al capitale in maniera (assoluta) …» (Marx, Capitale, p. 671). […] (pag. 80, 81)

MODO DI PRODUZIONE CAPITALISTICO

le crisi economiche cicliche

L'enorme forza espansiva della grande industria … si presenta ora come un bisogno di espansione che si fa beffa di ogni pressione contraria. … formata … dai mercati … . […] L'espansione dei mercati non può andare di pari passo con quella della produzione. La collisione diviene inevitabile e … periodica. […] In effetti, dal 1825, anno in cui scoppiò la prima crisi generale, il mondo industriale e commerciale … si sfascia una volta ogni dieci anni circa. Il commercio langue … si accumulano i prodotti …, il denaro contante diviene invisibile, … le fabbriche si fermano, le masse operaie, per aver prodotto troppi mezzi di sussistenza, mancano dei mezzi di sussistenza. La stagnazione dura per anni … sino a che con la svalorizzazione le merci accumulate defluiscono. Produzione e scambio riprendono il loro cammino. Via via la loro andatura si accelera, si mette al trotto, il trotto si trasforma in galoppo … sino a diventare una corsa sfrenata industriale, commerciale, creditizia e speculativa per ricadere … nel baratro del crac. E così sempre da capo. Tutto questo dal 1825 lo abbiamo sperimentato per ben 5 volte e ora (1877) lo stiamo sperimentando per la sesta volta. […] Nelle crisi la contraddizione tra produzione sociale e appropriazione capitalistica esplode. … le leggi di produzione e circolazione delle merci sono sovvertire. La collisione economica giunge al culmine: il modo della produzione si ribella contro il modo dello scambio. (pag. 82, 83)

modo di produzione capitalistico e transizione

forma capitalistica limitata e forma sociale delle forze produttive

La concentrazione dei capitali causata dalle crisi, mediante la rovina di un gran numero di … capitalisti rende evidente a loro stessi il fatto che l'organizzazione sociale della produzione nell'interno della fabbrica sia diventata incompatibile con l'anarchia della produzione esistente nella società. Tutto il meccanismo del modo di produzione capitalistico … non riesce più a trasformare in capitale la massa di mezzi di produzione: essi giacciono inoperosi e, per questa ragione, anche l'esercito di riserva industriale è costretto a restare inoperoso.

Mezzi di produzione, mezzi di sussistenza, operai disponibili, tutti gli elementi della produzione e della ricchezza generale, esistono in sovrabbondanza. Ma la «sovrabbondanza diventa fonte di miseria e dì penuria » (Fourier) perché è proprio essa che ostacola la trasformazione dei mezzi di produzione e di sussistenza in capitale. Infatti nella società capitalistica i mezzi di produzione non possono entrare in azione se prima non si sono trasformati in capitale. […] Da una parte dunque viene conclamata la incapacità del modo di produzione capitalistico di continuare a dirigere le forze produttive. Dall'altra queste stesse forze produttive spingono … alla soppressione della contraddizione, alla propria emancipazione dal loro carattere di capitale, all'effettivo riconoscimento del loro carattere di forze produttive sociali( spingono verso il socialismo). (pag. 83, 84)

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forma sociale delle forze produttive,
Società per azioni, trust, monopoli

E' questa reazione al proprio carattere di capitale delle forze produttive …, è questa progressiva spinta a far riconoscere la propria natura sociale (e socialista), ciò che obbliga la stessa classe capitalistica a trattare sempre più come sociali queste forze produttive, nei limiti del possibile all'interno dei rapporti capitalistici. Tanto il periodo di grande prosperità nell'industria …, quanto lo stesso crac …, spingono a quella forma di socializzazione di grandi masse di mezzi di produzione, che incontriamo nelle diverse specie di società per azioni.

[…]. Ad un certo grado dello sviluppo, neanche questa forma è più sufficiente. I grandi produttori nazionali … si riuniscono in un «trust», in un'associazione avente lo scopo di regolare la produzione; essi determinano la quantità totale da produrre, se la ripartiscono tra di loro ed impongono così il prezzo di vendita stabilito in precedenza. Ma tali trust, quando gli affari cominciano ad andar male, si dissolvono e proprio per questa ragione essi spingono ad una forma ancora più concentrata di socializzazione: tutto il ramo di industria si trasforma in una unica grande società per azioni; la concorrenza nazionale cede il posto al monopolio nazionale di questa unica società … . (pag. 84, 85)

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lo stato moderno di Società per azioni, trust e monopoli

(Dunque) … la produzione, priva di un piano, della società capitalistica capitola davanti alla produzione, secondo un piano, della irrompente società socialista. Certo, in un primo tempo questo avviene ancora a tutto vantaggio dei capitalisti. Ma qui lo sfruttamento diventa tangibile. Nessun popolo sopporterebbe una produzione totalmente diretta da trust, uno sfruttamento così scoperto della collettività per opera di una piccola banda di tagliatori di cedole. In un modo o nell'altro … lo Stato, deve alla fine assumerne la direzione. […]

Se le crisi hanno rivelato i limiti della borghesia …, la trasformazione dei grandi organismi di produzione e di traffico in società per azioni, in trust e in proprietà statale mostra che la borghesia non è indispensabile … . Il capitalista si occupa solo di intascar rendite, tagliar cedole e giocare in borsa, dove i vari capitalisti si spogliano a vicenda dei loro capitali. […]

Ma la trasformazione in società per azioni e trust e in proprietà statale, non sopprime il carattere di capitale delle forze produttive. (Infatti) lo Stato moderno non è altro che l'organizzazione che la società borghese si dà per mantenere il modo di produzione capitalistico … . Lo Stato moderno, qualunque ne sia la forma, è una macchina essenzialmente capitalistica, uno Stato dei capitalisti, il capitalista collettivo ideale. […] (pag. 85, 86,87)

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la tendenza socialista della forma sociale delle forze produttive

Gli operai rimangono dei salariati, dei proletari. Il rapporto capitalistico non viene soppresso, viene invece spinto al suo apice. Ma giunto all'apice, si rovescia. La proprietà statale delle forze produttive non è la soluzione del conflitto, ma racchiude in sé il mezzo formale, la chiave della soluzione.

Questa soluzione può consistere solo nel fatto che si riconosca in effetti la natura sociale delle moderne forze produttive e che quindi il modo di produzione, di appropriazione e di scambio sia messo in armonia con il carattere sociale dei mezzi di produzione. E questo può accadere solo a condizione che … la società si impadronisca delle forze produttive le quali sono divenute troppo grandi per subire qualsiasi altra direzione che non sia quella sua.

Così il carattere sociale dei mezzi di produzione e dei prodotti che oggi si volge contro gli stessi produttori, che sconvolge periodicamente il modo di produzione e di scambio …, viene fatto valere con piena consapevolezza dai produttori e, da causa di turbamento e di sconvolgimento periodico, si trasforma nella più potente leva della produzione stessa.

[…] Quando le odierne forze produttive saranno considerate in questo modo … all'anarchia sociale della produzione subentrerà una regolamentazione socialmente pianificata della produzione, conforme ai bisogni sia della comunità che di ogni singolo. […] (pag. 87, 88)

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la proprietà statale socializza le forze produttive,
lo stato si estingue

Il modo di produzione capitalistico, trasformando … la grande maggioranza della popolazione in proletari, crea la forza che, pena la morte, è costretta a compiere questo rivolgimento. Spingendo … alla trasformazione dei grandi mezzi di produzione socializzati in proprietà statale, essa stessa mostra la via per il compimento di questo rivolgimento. Il proletariato s'impadronisce del potere dello Stato e per prima cosa trasforma i mezzi di produzione in proprietà dello Stato. Ma così sopprime se stesso come proletariato, sopprime ogni differenza di classe e ogni antagonismo di classe e sopprime anche lo Stato come Stato.

La società …, … di classe, aveva necessità dello Stato, cioè di un'organizzazione della classe sfruttatrice … per conservare … (il) modo vigente di produzione … . Lo Stato … diventando effettivamente il rappresentante di tutta la società, si rende, esso stesso superfluo. Non appena non ci sono più classi sociali da mantenere nell'oppressione … non ci sarà da reprimere più niente (non servirà più lo Stato della repressione). Il primo atto con cui lo Stato si presenta come rappresentante di tutta la società cioè la presa di possesso dei mezzi di produzione in nome della società, è ad un tempo l'ultimo suo atto indipendente in quanto Stato. L'intervento statale nei rapporti sociali diventa superfluo successivamente in ogni campo e poi viene meno da se stesso … . Lo Stato non viene «abolito»: esso si estingue. (pag. 89, 90)

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il socialismo scientifico dipende dallo stato della produzione

[…] La presa di possesso di tutti i mezzi di produzione da parte della società … è stata spesso sognata … sia da singoli che da intere sette (socialismo utopistico), come un ideale dell'avvenire. Ma essa diventa possibile … solo con le condizioni materiali della sua attuazione. […]. Fino a quando il prodotto del lavoro sociale supera di poco ciò che è necessario per un'esistenza stentata di tutti, il lavoro impegna il tempo della maggioranza della società e necessariamente la società si divide in classi. … si forma una classe emancipata dal lavoro, la quale cura gli affari comuni della società: produzione, Stato, giustizia, scienza, arti… […].

Se (questo) ha una certa giustificazione storica, tale giustificazione (vale) solo … per determinate condizioni sociali … è fondata sull'insufficienza della produzione e sarà eliminata dal pieno sviluppo delle moderne forze produttive. Ed in effetti, l'abolizione delle classi sociali ha come suo presupposto un grado di sviluppo storico in cui … l'esistenza di una classe dominante … è diventata un anacronismo. Essa ha quindi come presupposto un alto grado di sviluppo della produzione nel quale l'appropriazione dei mezzi di produzione e dei prodotti, e perciò del potere politico, culturale e spirituale da parte di una particolare classe della società è diventata … sul piano economico, politico e intellettuale un ostacolo allo sviluppo.

Questo punto oggi è raggiunto. (pag. 90, 91, 92)

modo di produzione capitalistico e transizione

con il socialismo iniziano condizioni di esistenza
effettivamente umane

Se il fallimento politico e intellettuale della borghesia a stento è ancora un segreto anche per essa stessa, il suo fallimento economico si ripete regolarmente ogni dieci anni con la crisi. […]

La possibilità di assicurare, per mezzo della produzione sociale, a tutti i membri della collettività una esistenza che sia completamente sufficiente dal punto di vista materiale e … garantisca loro lo sviluppo e l'esercizio completamente liberi delle loro facoltà fisiche e spirituali: questa possibilità esiste ora per la prima volta, ma esiste.

Con la presa di possesso dei mezzi di produzione da parte della società, è eliminata la produzione di merci e con ciò il dominio del prodotto sui produttori.

L'anarchia all'interno della produzione sociale viene sostituita dall'organizzazione cosciente secondo un piano. La lotta per l'esistenza individuale cessa.

In questo modo, in un certo senso, l'uomo si separa definitivamente dal regno degli animali e passa da condizioni di esistenza animali a condizioni di esistenza effettivamente umane. […] (pag. 92, 93)

NOTE


[1] LODE DELL’IMPARARE

Bertold Brecht

Impara quel che è più semplice!

Per quelli il cui tempo è venuto

non è mai troppo tardi!

Frequenta la scuola, senzatetto!

Acquista il sapere, tu che hai freddo!

Affamato, afferra il libro: è un’arma.

Tu devi prendere il potere.

Impara l’abc; non basta, ma

Imparalo! E non ti venga a noia!

Comincia! Devi sapere tutto, tu!

Tu devi prendere il potere.

Non avere paura di chiedere, compagno!

Non lasciarti influenzare,

verifica tu stesso!

Quel che non sai tu stesso, non lo saprai!

Impara, uomo all’ospizio!

Impara, uomo in prigione!

Impara, donna in cucina!

Impara, sessantenne!

Tu devi prendere il potere.

Controlla il conto,

sei tu che devi pagare.

Punta il dito su ogni voce,

chiedi: e questo perché?

Tu devi prendere il potere.

[2] Si tratta di una riduzione testuale che fornisce i contenuti essenziali dell’opera di Engels ai fini di una presentazione.

[3] Edizione Laboratorio politico, Napoli settembre 1992.